martedì 3 luglio 2012




Comunicato stampa 29 giugno 2012        ASS. NONDASOLA - Reggio .E



Non una sola donna lasceremo che venga uccisa da mano maschile senza far sentire la nostra voce. La voce del Centro Antiviolenza ‘Casa delle Donne’ gestita dall'Associazione Nondasola , che da anni accoglie a Reggio Emilia, migliaia di donne abusate e maltrattate dai propri partner .

Dobbiamo aggiungere all’elenco ormai interminabile il nome di Stefania Cancelliere, di 39 anni, che a Legnano è stata massacrata con un mattarello dal marito, uno stimato oculista primario ospedaliero, perché voleva lasciarlo. Tenere tra le braccia l’ultimo nato non ha salvato Stefania dalla furia del partner che ha infierito contro il suo corpo per annientare la sua soggettività di donna che aveva scelto di determinare la propria vita. E se Stefania potesse ancora parlare racconterebbe di una relazione violenta che da tempo non la faceva vivere e che aveva deciso di troncare . Tre mesi fa aveva denunciato il marito per ‘stalking’ e aveva deciso di separarsi e di spostarsi in un altro appartamento con i figli piccoli.

Dati agghiaccianti che ogni anno dobbiamo aggiornare , e non per difetto, ci rimandano che le donne uccise perché donne, quelli che noi denunciamo come femminicidi, avvengono al ritmo di uno ogni tre giorni. Dall’inizio dell’anno sono 65 le donne uccise, nel 2011 sono state 127, il 6,7% in più rispetto al 2010. Femminicidi che non sono esito di un ‘raptus’ o della marginalità sociale, ma la conseguenza più feroce dell' “ordinaria quotidianità della violenza di genere”, violenza consumata il più delle volte tra le mura domestiche, che distrugge la vita di tante donne e spesso dei loro figli e figlie.

A Reggio Emilia a partire dal 1997, data di apertura della Casa delle Donne, in convenzione col Comune di RE, contiamo 3,360 donne che si sono rivolte al nostro Centro. I nostri dati, che si allineano alla media nazionale, mostrano un quadro molto preciso della situazione reggiana e chiamano in causa un maggior numero di italiani rispetto ai maltrattatori stranieri.

Abbiamo più volte denunciato la gravità della situazione e crediamo che le cose cominceranno a cambiare quando pubblicamente , partendo dalla politica, si riconoscerà la natura di genere della violenza, non lasciando i centri antiviolenza soli nelle loro azioni di contrasto .

Già nel nostro Comune è all’opera un Tavolo Interistituzionale che coordina la rete dei diversi agenti che entrano in contatto con le donne maltrattate . Accanto alla promozione di dibattiti in più sedi, istituzionali e no, per aprire uno spazio di riflessione sulla cultura che determina questo genocidio , guardando alla responsabilità maschile (anche degli uomini che non agiscono violenza), è urgente coinvolgere direttamente le sedi istituzionali facendo entrare la problematica della violenza contro le donne nella loro agenda. Il mese scorso come Associazione NONDASOLA abbiamo chiesto al Consiglio Comunale di mettere a tema la violenza contro le donne con una mozione dal titolo : ”agli appelli seguano i fatti” contando su un modello di intervento che questa Amministrazione ha da sempre sostenuto e condiviso con la scelta di investire nella Casa delle Donne ma che ora è urgente articolare nella quotidianità per attivare un cambiamento radicale di quella cultura “patriarcale” che ancora fa morire.


Associazione Nondasola Centro Antiviolenza Reggio .E  - Ass.ne. 0522-506388-casa delle donne o522-920882

Care amiche , abbiamo pubblicato il vostro Comunicato e che dire che non sia già stato detto.

Il 25 giugno 2012  nel corso della 20° Sessione del Consiglio dei Diritti Umani,

presso la sede delle Nazioni Unite di Ginevra, Rashida Manjoo -Special Rapporteur
delle Nazioni Unite per il contrasto della violenza sulle donne- presenta il Rapporto
tematico annuale sugli omicidi basati sul genere, ed il Rapporto sulla violenza sulla
scorta delle sua missione in Italia lo scorso gennaio.

Conclude Manjoo “Femmicidio e femminicidio sono crimini di Stato tollerati dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita.

 In Italia, sono stati fatti sforzi da parte del Governo, attraverso l’adozione di leggi e politiche, incluso il Piano di Azione Nazionale contro la violenza, questi risultati non hanno però portato ad una diminuzione di femicidi o sono stati tradotti in un miglioramento della condizione di vita delle donne e delle bambine.”
      Anna Scappi .

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